Sapore vero, Lenta lavorazione, Kilometro zero, Fatto come una volta con l’amore della mamma, Macinato a pietra, Artigianale, Plastic free: sono solo alcuni esempi di comunicazione che troviamo sui prodotti di tutti i giorni. Spesso però si tratta di informazioni poco accurate e fuorvianti, con l’obiettivo solo di vendere prodotti e servizi evocando un aspetto etico e sociale che adesso piace molto!
Per ridurre questi rischi è stata pubblicata la specifica tecnica internazionale ISO/TS 17033 Ethical claims and supporting information – Principles and requirements che definisce principi e regole per avere etichette più chiare e trasparenti e soprattutto verificabili.
È una rivoluzione: finalmente abbiamo una “grammatica comune” e un modello da seguire per progettare la comunicazione che è completamente basata sul coinvolgimento delle parti interessate (stakeholder) e sulla verificabilità del claim, delle informazioni e dati eventualmente collegati. Importante è anche la definizione di cosa si debba intendere per ethical claim, dove la dimensione più importante è la sostenibilità (quindi non solo ambiente, ma anche sociale ed economica).
È destinata a tutti: produttori, fabbricanti, importatori, distributori; non ha limitazioni territoriale o di applicazione, oltre ai prodotti e servizi è applicabile anche alle imprese (per esempio per il lavoro minorile o l’inclusività) ed ai processi produttivi.
Un commento di Stefano Bonetto (esperto normazione e certificazione e auditor in materia di sostenibilità):
“I claim etici sono cresciuti in modo incredibile in tutto il mondo, in particolare negli Usa e adesso li troviamo sempre più spesso anche in Italia, dove la fantasia non ci manca. La nuova norma ISO finalmente mette un po’ di ordine terminologico e di buon senso, per esempio su affermazioni come il km zero, il rispetto per i bambini, senza far male agli animali, il fatto con amore ed impegno coma una volta e come la nonna. La nuova norma segue quello che l’ISO aveva già fatto con la serie ISO 14020 sulle etichette ambientali e che ha dato un grosso contributo a ridurre il green washing. Speriamo che questa nuova generazione di norme non sia conosciuta solo dal referente qualità, ma diventi strumento per il settore marketing o le agenzie creative, che finalmente capiscano che esistono regole e i rischi di comunicare messaggi non corretti sono sempre dietro l’angolo, per non parlare della pubblicità ingannevole o la frode in commercio dove dovremmo essere più coinvolti come settore certificazione. Adesso con la ISO 17033 abbiamo uno strumento per fare le cose bene”.
La specifica tecnica a breve sarà disponibile come UNI ISO, sarà quindi tradotta in lingua italiana; inoltre segnaliamo che Accredia a fine gennaio 2020 presenterà una circolare specifica sull’argomento.
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